La rara opera Cefalo e Procri di Krenek, accostata a una nuova creazione di Silvia Colasanti segna nel 2017 alla Fenice di Venezia il debutto di Valentino nella regia lirica, che in pochi anni diventa un fulcro importante della sua attività. Nella stagione 2018/19 per il Maggio Musicale Fiorentino presenta al Giardino di Bololi gli Intermedi della Pellegrina, direttore Sardelli, mentre nel settembre 2019 coglie un’affermazione personale di critica e di pubblico con Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino allestito al Teatro Malibran per la Fenice di Venezia, direttore Tito Ceccherini. Nel 2021 è stato allo Spoleto Festival per Le false confidenze di Marivaux mentre nel 2022 è stata presentata al Maggio Fiorentino la prima di Jeanne Dark di Fabio Vacchi, direttore Alessandro Cadario.
Diplomatosi all’Accademia Nazionale Silvio d’Amico, segue il corso di perfezionamento per attori diretto da Luca Ronconi e si diploma come insegnante del metodo Linklater, Freeing the Natural Voice. Dal 1999, come attore, lavora con Ronconi in produzioni del Teatro di Roma e del Piccolo di Milano. Dal 2006 con le sue regie inizia un’indagine nella drammaturgia contemporanea e nel rapporto tra prosa e teatro musicale. Dopo Party Time di Harold Pinter, Orlando di Virginia Woolf, A single Man di Christopher Isherwood e altri testi inediti per l’Italia, affronta l’opera di Jean-Luc Lagarce mettendo in scena per la prima volta in Italia Noi, gli Eroi e, per RAI Radio3, Music-hall con l’attrice Premio Ubu Daria Deflorian. Nel 2009, su invito dell’Italian Restyle Festival di Berlino, elabora un progetto dal Castello di Barbablù di Béla Bartok; dal 2012 è insegnante di recitazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e membro del suo Consiglio Accademico, e dal 2013 è interprete dello spettacolo Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni di Deflorian/Tagliarini. Nel 2017 i rapporti fra la lingua alfieriana e Giuseppe Verdi sono al centro del suo Oreste (da Vittorio Alfieri).